SISMIF
SERVIZIO SISMIF - RAPPORTO AL MUNICIPIO
Associazione O.N.L.U.S. Virtus Ponte Mammolo
Via A. Benigni 81–83 00156 Roma
Tel./Fax 06–82002757 06–82083637
Spett.le V municipio
Servizi Sociali
Servizio Sismif
Oggetto: Relazione trimestrale
Minore: Riccardo
Periodo: Gennaio 2003 - Marzo 2003
I miei incontri con Riccardo iniziano dal mese di Gennaio 2003, dopo tre affiancamenti in Dicembre alla precedente educatrice. E' Riccardo stesso a voler essere innanzitutto rassicurato sulla durata del nostro rapporto, visto che per vari motivi gli educatori precedenti avevano dovuto lasciarlo prematuramente, facendolo soffrire per il distacco: da parte mia, lo rassicuro e gli garantisco che sono venuto per restare. Il suo progetto prevede tre obiettivi fondamentali:
- Accrescere la sua autonomia personale.
- Innalzare il suo livello di autostima.
- Aiutarlo nell' esecuzione dei compiti per casa.
Nel corso dei nostri primi incontri, mi colpisce il fatto che non sia affatto diffidente o ostile verso di me e che anzi non perda occasione per mostrarmi il suo affetto: a voce ma anche con sms e regalini vari. Riccardo si mostra estremamente intelligente e sensibile, oltre che autonomo: in casa spesso e' da solo ma ha le chiavi e puo' scendere e salire, ha un computer che usa con sicurezza e, in generale, interagisce con tutti gli spazi e gli oggetti a disposizione; fuori casa, conosce bene il suo quartiere e lo gira da solo senza paura, ha un idea della citta' e numerose persone lo salutano con affetto quando cammina per strada. Ha una folta cerchia di amici e amiche, in massima parte compagni di scuola o vicini di casa: tra loro si cercano, si chiamano, organizzano feste e giocano con modalita' assolutamente normali per l' eta'. Riccardo pero', pur accettandola, si vergogna della mia presenza e non vuole che io partecipi in nessun modo alla vita del suo gruppo di pari: tiene rigorosamente separatate le due sfere, al punto che quando usciamo insieme vuole sempre che scenda prima io le scale per evitare che qualcuno di loro ci possa vedere insieme.
Nella prima fase del nostro rapporto (Gennaio), ho tentato allora di instaurare di un rapporto di fiducia: ho cercato di fare in modo che Riccardo capisse il senso della mia presenza accanto a lui senza percepirla come una minaccia alla sua liberta' individuale o all' unita' della sua famiglia. Dopo l' "innamoramento" iniziale, infatti, Riccardo aveva improvvisamente cominciato a chiedere ragione della mia presenza, confessando di temere che l' avremmo allontanato dalla famiglia e che io potessi essere una "spia" inviata dalla Asl a questo scopo. Se in parte queste idee erano sicuramente sue, in parte esse provenivano anche dalla madre che, per la sua difficile storia personale, ha maturato un atteggiamento fortemente ambiguo verso i servizi.
In quel periodo siamo allora usciti spesso per Roma insieme visitando cinema, giardini, musei, internet point, grandi magazzini e gelaterie, allo scopo di approfondire la nostra conoscenza reciproca e di contenere la percezione del pericolo o della minaccia che io avrei costituito. Il successo di tale strategia era testimoniato dal fatto che ad ogni incontro Riccardo fosse sinceramente contento del mio arrivo e avesse sempre qualche attivita' da propormi. Ci siamo, tra le altre cose, interessati a lungo insieme per un corso di pallavolo cui Riccardo teneva tanto: al momento del provino, pero', il suo senso di inadeguatezza e l' idea del confronto con ragazzi e ragazze che non conosceva lo ha spaventato al punto di lasciar perdere tutto.
Inizialmente, il sostegno scolastico e' stato quindi secondario rispetto alla costruzione di una relazione, viste anche le difficolta' iniziali di coordinamento con il gruppo insegnanti. In particolare:
- i GLH erano saltuari e non prevedevano la mia presenza.
- i miei rapporti con gli insegnanti erano quindi indiretti e avvenivano attraverso la mediazione dell' a.s.
- Riccardo aveva pochissimi compiti e troppo semplici per il suo livello.
- tali compiti non venivano quasi mai scritti sul diario direttamente dai professori, cosicche' era facile per Riccardo dirmi che non ne aveva.
Le difficolta' caratteriali di Riccardo e la sua immaturita' sono emerse decisamente solo nel momento in cui abbiamo potuto lavorare sul versante scolastico con maggior decisione (Febbraio). Nel momento in cui ho integrato il mio lavoro con quello degli insegnanti, stabilendo dei criteri comuni di lavoro e richiamando Riccardo a un maggiore impegno, ha iniziato a mostrare apertamente ostilita' e poi rabbia. Riccardo negava di avere compiti per casa, si rifiutava di mostrarmi il diario o cancellava i compiti che gli insegnanti vi avevano scritto per impedire che io li leggessi: se mi mostravo deciso spostava la questione su un piano personale, apostrofandomi con offese e volgarita' gratuite. Dopo un breve periodo di resistenze, aveva infine accettato di impegnarsi con regolarita' a patto che limitassi a quello il mio intervento: non appena finiti i compiti mi chiedeva di andar via e, in ogni caso, si rifiutava di uscire con me. La scuola mi rimanda come Riccardo abbia mostrato un deciso miglioramento tanto dal punto di vista del profitto quanto da quello disciplinare: passa piu' tempo in classe, fa meno assenze, e' piu' attento alla lezione e mostra piu' rispetto per insegnanti e compagni, tanto che quest' anno sara' promosso.
Raggiunto questo obiettivo minimo abbiamo potuto distendere un po il clima e parlare del futuro.
Per quanto riguarda le sue prospettive, Riccardo mi sottolinea sempre come non ami studiare: va volentieri a scuola perche' vi trova amici e compagni di giochi, ma non prova interesse particolare per alcuna materia ne' ha particolari aspirazioni professionali. Tra i suoi interessi c'e' il computer, ma unicamente a scopo ludico: non e' disposto ad affrontarne gli studi specifici. La madre ogni tanto lo fa cucinare e questo ha destato delle fantasie su di se come cuoco o come studente di una scuola alberghiera nonostante le difficolta' di applicazione che sa di incontrare.
La scuola e' comunque ancora centrale per lui soprattutto come impegno quotidiano, occasione di crescita, di confronto coi pari e di autonomia dalla famiglia. In questo senso diventano preziose anche le gite di un giorno e i campi scuola, cui Riccardo di solito evita di partecipare: ne e' attratto ma anche spaventato poiche' vorrebbe istintivamente sfuggire al confronto ed evitare la lontananza da casa. La madre, da parte sua, tende a vedervi "una giornata persa" o dei "soldi buttati", e in Aprile ha preferito dare i soldi messi da parte per il campo scuola di Riccardo al fratello che partiva per Amsterdam. In questa occasione e' emersa tutta la sua frustrazione e la sua rabbia per quella che rimanda come una sua diversita' dai coetanei. Nei suoi sfoghi spesso si definisce un perseguitato: a casa ha un educatore per nove ore alla settimana distribuite su tre giorni, a scuola ha un insegnante di sostegno con cui i rapporti sono assai tesi, alla Asl ha verifiche periodiche con a.s. e neuropsichiatra, mentre la famiglia gli sottolinea continuamente il suo essere problematico.
Con ognuno di questi soggetti "istituzionali" Riccardo ha dei rapporti estremamente tesi che la situazione familiare non contibuisce certo a sciogliere. Non appena Riccardo commette un errore banale sono in molti a riprenderlo contemporaneamente con toni esasperati ed eccessivi, spesso verbalmente violenti; poi, pero' nessuno si assume fino in fondo il ruolo educativo, nessuno disciplina la sua giornata e gli pone dei confini che evitino il ripetersi di quegli stessi errori. Si crea cosi' una situazione in cui i genitori, perennemente stanchi e depressi, non hanno la forza e la voglia di opporsi alle sue richieste e finiscono sempre col dargliela vinta perche' cosi' fanno meno fatica. Il ruolo educativo sembra delegato ai fratelli. L' uno lo fa con un tono autoritario e patriarcale che stride con la sua giovane eta', si arrabbia, minaccia, chiede rispetto e se ne va sbattendo la porta mentre l' altra, mostra invece una certa fermezza e coerenza, tanto che Riccardo la cerca molto e spesso va a dormire da lei, che ha una sua famiglia e una sua casa. La grande circolazione di affetti, anche belli e positivi, non rende meno reale il rischio che quando Riccardo si volgera' intorno confuso sul da farsi non ci sia nessuno in grado di guidarlo.
Luogo e Data L' educatore referente
Il responsabile del servizio
Associazione O.N.L.U.S. Virtus Ponte Mammolo
Via A. Benigni 81–83 00156 Roma
Tel./Fax 06–82002757 06–82083637
Spett.le V municipio
Servizi Sociali
Servizio Sismif
Oggetto: Relazione trimestrale
Minore: Riccardo
Periodo: Gennaio 2003 - Marzo 2003
I miei incontri con Riccardo iniziano dal mese di Gennaio 2003, dopo tre affiancamenti in Dicembre alla precedente educatrice. E' Riccardo stesso a voler essere innanzitutto rassicurato sulla durata del nostro rapporto, visto che per vari motivi gli educatori precedenti avevano dovuto lasciarlo prematuramente, facendolo soffrire per il distacco: da parte mia, lo rassicuro e gli garantisco che sono venuto per restare. Il suo progetto prevede tre obiettivi fondamentali:
- Accrescere la sua autonomia personale.
- Innalzare il suo livello di autostima.
- Aiutarlo nell' esecuzione dei compiti per casa.
Nel corso dei nostri primi incontri, mi colpisce il fatto che non sia affatto diffidente o ostile verso di me e che anzi non perda occasione per mostrarmi il suo affetto: a voce ma anche con sms e regalini vari. Riccardo si mostra estremamente intelligente e sensibile, oltre che autonomo: in casa spesso e' da solo ma ha le chiavi e puo' scendere e salire, ha un computer che usa con sicurezza e, in generale, interagisce con tutti gli spazi e gli oggetti a disposizione; fuori casa, conosce bene il suo quartiere e lo gira da solo senza paura, ha un idea della citta' e numerose persone lo salutano con affetto quando cammina per strada. Ha una folta cerchia di amici e amiche, in massima parte compagni di scuola o vicini di casa: tra loro si cercano, si chiamano, organizzano feste e giocano con modalita' assolutamente normali per l' eta'. Riccardo pero', pur accettandola, si vergogna della mia presenza e non vuole che io partecipi in nessun modo alla vita del suo gruppo di pari: tiene rigorosamente separatate le due sfere, al punto che quando usciamo insieme vuole sempre che scenda prima io le scale per evitare che qualcuno di loro ci possa vedere insieme.
Nella prima fase del nostro rapporto (Gennaio), ho tentato allora di instaurare di un rapporto di fiducia: ho cercato di fare in modo che Riccardo capisse il senso della mia presenza accanto a lui senza percepirla come una minaccia alla sua liberta' individuale o all' unita' della sua famiglia. Dopo l' "innamoramento" iniziale, infatti, Riccardo aveva improvvisamente cominciato a chiedere ragione della mia presenza, confessando di temere che l' avremmo allontanato dalla famiglia e che io potessi essere una "spia" inviata dalla Asl a questo scopo. Se in parte queste idee erano sicuramente sue, in parte esse provenivano anche dalla madre che, per la sua difficile storia personale, ha maturato un atteggiamento fortemente ambiguo verso i servizi.
In quel periodo siamo allora usciti spesso per Roma insieme visitando cinema, giardini, musei, internet point, grandi magazzini e gelaterie, allo scopo di approfondire la nostra conoscenza reciproca e di contenere la percezione del pericolo o della minaccia che io avrei costituito. Il successo di tale strategia era testimoniato dal fatto che ad ogni incontro Riccardo fosse sinceramente contento del mio arrivo e avesse sempre qualche attivita' da propormi. Ci siamo, tra le altre cose, interessati a lungo insieme per un corso di pallavolo cui Riccardo teneva tanto: al momento del provino, pero', il suo senso di inadeguatezza e l' idea del confronto con ragazzi e ragazze che non conosceva lo ha spaventato al punto di lasciar perdere tutto.
Inizialmente, il sostegno scolastico e' stato quindi secondario rispetto alla costruzione di una relazione, viste anche le difficolta' iniziali di coordinamento con il gruppo insegnanti. In particolare:
- i GLH erano saltuari e non prevedevano la mia presenza.
- i miei rapporti con gli insegnanti erano quindi indiretti e avvenivano attraverso la mediazione dell' a.s.
- Riccardo aveva pochissimi compiti e troppo semplici per il suo livello.
- tali compiti non venivano quasi mai scritti sul diario direttamente dai professori, cosicche' era facile per Riccardo dirmi che non ne aveva.
Le difficolta' caratteriali di Riccardo e la sua immaturita' sono emerse decisamente solo nel momento in cui abbiamo potuto lavorare sul versante scolastico con maggior decisione (Febbraio). Nel momento in cui ho integrato il mio lavoro con quello degli insegnanti, stabilendo dei criteri comuni di lavoro e richiamando Riccardo a un maggiore impegno, ha iniziato a mostrare apertamente ostilita' e poi rabbia. Riccardo negava di avere compiti per casa, si rifiutava di mostrarmi il diario o cancellava i compiti che gli insegnanti vi avevano scritto per impedire che io li leggessi: se mi mostravo deciso spostava la questione su un piano personale, apostrofandomi con offese e volgarita' gratuite. Dopo un breve periodo di resistenze, aveva infine accettato di impegnarsi con regolarita' a patto che limitassi a quello il mio intervento: non appena finiti i compiti mi chiedeva di andar via e, in ogni caso, si rifiutava di uscire con me. La scuola mi rimanda come Riccardo abbia mostrato un deciso miglioramento tanto dal punto di vista del profitto quanto da quello disciplinare: passa piu' tempo in classe, fa meno assenze, e' piu' attento alla lezione e mostra piu' rispetto per insegnanti e compagni, tanto che quest' anno sara' promosso.
Raggiunto questo obiettivo minimo abbiamo potuto distendere un po il clima e parlare del futuro.
Per quanto riguarda le sue prospettive, Riccardo mi sottolinea sempre come non ami studiare: va volentieri a scuola perche' vi trova amici e compagni di giochi, ma non prova interesse particolare per alcuna materia ne' ha particolari aspirazioni professionali. Tra i suoi interessi c'e' il computer, ma unicamente a scopo ludico: non e' disposto ad affrontarne gli studi specifici. La madre ogni tanto lo fa cucinare e questo ha destato delle fantasie su di se come cuoco o come studente di una scuola alberghiera nonostante le difficolta' di applicazione che sa di incontrare.
La scuola e' comunque ancora centrale per lui soprattutto come impegno quotidiano, occasione di crescita, di confronto coi pari e di autonomia dalla famiglia. In questo senso diventano preziose anche le gite di un giorno e i campi scuola, cui Riccardo di solito evita di partecipare: ne e' attratto ma anche spaventato poiche' vorrebbe istintivamente sfuggire al confronto ed evitare la lontananza da casa. La madre, da parte sua, tende a vedervi "una giornata persa" o dei "soldi buttati", e in Aprile ha preferito dare i soldi messi da parte per il campo scuola di Riccardo al fratello che partiva per Amsterdam. In questa occasione e' emersa tutta la sua frustrazione e la sua rabbia per quella che rimanda come una sua diversita' dai coetanei. Nei suoi sfoghi spesso si definisce un perseguitato: a casa ha un educatore per nove ore alla settimana distribuite su tre giorni, a scuola ha un insegnante di sostegno con cui i rapporti sono assai tesi, alla Asl ha verifiche periodiche con a.s. e neuropsichiatra, mentre la famiglia gli sottolinea continuamente il suo essere problematico.
Con ognuno di questi soggetti "istituzionali" Riccardo ha dei rapporti estremamente tesi che la situazione familiare non contibuisce certo a sciogliere. Non appena Riccardo commette un errore banale sono in molti a riprenderlo contemporaneamente con toni esasperati ed eccessivi, spesso verbalmente violenti; poi, pero' nessuno si assume fino in fondo il ruolo educativo, nessuno disciplina la sua giornata e gli pone dei confini che evitino il ripetersi di quegli stessi errori. Si crea cosi' una situazione in cui i genitori, perennemente stanchi e depressi, non hanno la forza e la voglia di opporsi alle sue richieste e finiscono sempre col dargliela vinta perche' cosi' fanno meno fatica. Il ruolo educativo sembra delegato ai fratelli. L' uno lo fa con un tono autoritario e patriarcale che stride con la sua giovane eta', si arrabbia, minaccia, chiede rispetto e se ne va sbattendo la porta mentre l' altra, mostra invece una certa fermezza e coerenza, tanto che Riccardo la cerca molto e spesso va a dormire da lei, che ha una sua famiglia e una sua casa. La grande circolazione di affetti, anche belli e positivi, non rende meno reale il rischio che quando Riccardo si volgera' intorno confuso sul da farsi non ci sia nessuno in grado di guidarlo.
Luogo e Data L' educatore referente
Il responsabile del servizio